Sassuolo-Juventus 1-3 è una di quelle partite coi risultati bugiardi che di tanto in tanto siamo costretti a vedere (basta guardare gli highlights). Una sconfitta immeritata causata dalle intuizioni dei singoli. Perché è solo in quelli che la Juventus è superiore. Non certo nel gioco di squadra.
Perché il nostro piccolo Sassuolo, soprattutto nel primo tempo, ha messo sotto i bianconeri, dominando sul piano del gioco. Il rigore, sbagliato clamorosamente da Berardi, poteva cambiare l’esito della partita. Ma era quello dell’ultima gara bianconera di Gigi Buffon e forse è giusto che l’abbia parato, per i racconti che i bambini d’oggi faranno ai loro figli domani.
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Sassuolo-Juventus 1-3: la storia non si costruisce solo nei grandi club
Ma la storia non si costruisce solo nei grandi club. Sono quelli piccoli a mettere mattone su mattone per creare qualcosa d’importante. Anche perché i più recenti trascorsi della Juve ci insegnano che chi è troppo abituato a vincere perde la fame, la voglia e la cazzimma.
E allora lo scudetto lo vince un altro, quell’Inter che ha fame, voglia e cazzimma nonostante la conquista anticipata del titolo. Quell’Inter che ieri sera ha battuto la Roma permettendo al Sassuolo di continuare a sognare. Un po’ un ringraziamento per il pareggio-scudetto dei neroverdi contro l’Atalanta.
De Zerbi, dal canto suo, è pronto a spingere al massimo. Mancano 180 minuti. 180 minuti nei quali vedremo Berardi, Raspadori e compagni (e magari un rientrante Ciccio Caputo sputare sangue in campo). Perché l’1-3 di Sassuolo-Juventus non sia la fine, ma l’inizio dell’ultimo tratto di strada.
