L’allenatore del Sassuolo, Alessio Dionisi, è intervenuto a Radio TV Serie A con RDS per riflettere sulla fantastica vittoria conquistata dal Sassuolo nella giornata di ieri, mercoledì 27 settembre, contro l’Inter a San Siro. Queste le parole del tecnico neroverde.
Come si fa a non essere un po’ euforici dopo queste due partite?
“Dobbiamo cercare di non esserlo. La storia di questo club insegna che il Sassuolo compie sempre delle grandi imprese contro le big, per poi perdersi in partite magari un po’ meno importanti dal punto di vista tecnico, come ad esempio nel match contro il Frosinone. In quella partita in particolare pensavamo che la gara fosse terminata al ventesimo minuto quando il tabellone segnava due gol di vantaggio per noi. Nelle ultime due partite noi abbiamo giocato esattamente come il Frosinone, ovvero da una situazione di svantaggio abbiamo trovato la grinta per ribaltare il risultato. L’importante è che la squadra metta tutta sè stessa, perché il lavoro solo di un singolo non può fruttare la vittoria in partite toste come le ultime due che abbiamo giocato“.
E’ una cosa positiva in questo caso che la voce non sia ancora tornata
“Lo stadio ieri era davvero grande. Penso sia stata una di quelle occasioni in cui gridi gridi, ma alla fine i giocatori in campo non ti sentono“.
Viste le tue vittorie al Meazza, cosa ne pensi del soprannome di Mister San Siro?
“Premesso che si tende spesso a parlare degli allenatori, ma poi quelli che fanno veramente la differenza sono i giocatori in campo. E’ anche vero che l’allenatore deve assumersi le sue responsabilità e, in serate come quella di ieri, anche qualche merito, ma non datemene troppi. Non credo che i risultati arrivino solo con la fortuna, ma al tempo stesso speriamo di dare continuità in tutti gli stadi, a partire dal nostro“.
Come hai fatto mister a motivare un Berardi che dopo l’estate appena trascorsa era pronto a lasciare Sassuolo?
“Berardi ha fatto davvero una crescita notevole all’interno del Sassuolo. Da ragazzo è diventato uomo, più maturo e questo lo si può notare anche nel modo in cui affronta le partite. Non è l’unica stagione in cui è protagonista di un calciomercato intenso, ma mi sento di dire che ha gestito bene tutta la pressione che ne è derivata, grazie appunto alla maturità appresa con il tempo anche dal punto di vista personale“.
Si potrà smettere di temere che Berardi lascerà il Sassuolo, o la storia si ripeterà? C’è già paura per Gennaio?
“Non è che ho paura, sono solo realista. Ormai il Sassuolo è una realtà importante, in Serie A da undici anni, che punta a confermarsi. Per noi Domenico è importante, è un top player ma non solo per noi e questo lo dimostra l’interesse di altre squadre di alta classifica per lui. Deve continuare ad essere ambizioso e a non accontentarsi. Dietro di lui abbiamo solo giovani, che hanno ancora bisogno di crescere, per cui capite che se Berardi viene a mancare, la squadra ne risente. Spero che quello di gennaio possa essere un mercato tranquillo, anche se non nego la mia soddisfazione quando sento i nomi dei miei giocatori accostati alle big del campionato”.
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Come ti spieghi la differenza di approccio della squadra nell’affrontare la partita contro il Frosinone e le due invece contro Inter e Juventus?
“Me la riesco a spiegare. Il problema però è proprio cambiare questo approccio. E’ una cosa che c’era già prima di me e che quest’anno stiamo cercando di cambiare, attraverso l’inserimento di nuovi giocatori. L’obiettivo è quello di ricreare quell’entusiasmo e quell’ambizione che in qualcuno era venuta meno, nonostante le qualità personali. Molto spesso contro squadre di grande calibro come Juventus e Inter siamo ambiziosi e umili. Questo atteggiamento viene però a mancare contro squadre in cui la posta in palio non è così importante. Club che però, ci tengo a precisare, sono più vicini al nostro livello, perché poi se andiamo a vedere la classifica, è con loro che ci giochiamo i punti“.
Vivendo in un ambiente piccolo come quello di Sassuolo, può essere un contro alle volte avere poca pressione?
“La situazione neroverde è un po’ diversa magari da quella delle big. Ovvero, non c’è pressione quando le cose vanno male, ma neanche spinta quando le cose vanno bene. Se si vuole vedere il bicchiere mezzo vuoto, si nota come noi non abbiamo uno stadio che ci traini, è così per le partite in casa e a maggior ragione in quelle in trasferta. In entrambe le situazioni sembra quasi di sentire di più i tifosi avversari. Dobbiamo trovarcelo noi il nostro equilibrio e in questo è fondamentale avere ambizione e umiltà. Queste sono le due qualità che permettono di vedere il bicchiere mezzo pieno e di non nascondersi dietro ad alibi“.
Quali sono allora le ambizioni di Dionisi?
“Non voglio più pormi obiettivi a lungo termine, preferisco quelli a breve termine, che si possono correggere e rivedere sia in positivo, sia in negativo. Il rischio di uno sguardo troppo puntato in avanti, rischia di accentuare la percezione che l’ambizione stia pian piano sfuggendo di mano. Per me l’obiettivo è fare bene qui a Sassuolo. Far crescere i giovani e tirare fuori il massimo dai più bravi“.
Su chi te la senti di scommettere tra i nuovi giovani? Chi potrebbe essere il nuovo Frattesi?
“Il nuovo Frattesi nessuno, perché nessun giocatore ha le qualità di Davide, ma allo stesso tempo Davide non ha le qualità di nessuno dei calciatori che abbiamo in rosa. Se invece mi chiedi se penso che qualcuno possa essere notato da qualche big, allora ti dico che un nome in testa ce l’ho, però preferisco non pronunciarmi“.
Potrebbe essere Boloca il giocatore che hai in mente?
“No, non è lui che ho in mente. Certo è che Boloca è un ragazzo davvero bravo, arrivato a Sassuolo in punta di piedi, forse troppa, ed è per questo che all’inizio pensavo che il suo cammino di crescita sarebbe stato più lungo. Ma si sta integrando davvero bene e con grandi prestazioni“.