Atalanta-Sassuolo è stata un vero e proprio laboratorio, e non solo a livello di effettivi: mister Dionisi ha proposto una difesa a tre, giocando a specchio rispetto al collaudatissimo 3-4-2-1 di Gasperini. Rivedremo questo modulo anche in campionato? Difficile. Fatto sta che questo assetto di gioco ha esaltato e non poco le prestazioni di Filippo Missori e Cristian Volpato, che hanno ricoperto dei ruoli diversi rispetto a quelli cui sono abituati. I due giovani scuola Roma, pagati complessivamente 10 milioni dal Sassuolo – adesso c’è anche l’ufficialità, come si evince dal bilancio della Roma – sono stati senza ombra di dubbio le due note più liete della serata del Gewiss Stadium.
Volpato ha agito da mezzala destra, legando il gioco tra la difesa e l’attacco, provvedendo a smistare i palloni sulle fasce e a verticalizzare. L’italoaustraliano si è destreggiato tra le maglie nerazzurre con estrema semplicità, servendo palloni non banali e aiutando la squadra ad uscire dall’asfissiante pressing a uomo atalantino. Nulla a che vedere con il ragazzetto incerto, magari anche un pelo egoista, che abbiamo visto a inizio campionato. Nel ruolo di trequartista c’è un Thorstvedt in ottima forma e un Bajrami che sta invece vivendo un momento di flessione: Volpato è diverso da entrambi e merita più spazio, anche dal primo minuto.
Missori è invece partito da esterno destro a tutta fascia: la gamba e i polmoni per svolgere le due fasi ci sono (al 90′ era uno dei pochi che ancora viaggiavano come se nulla fosse) e anche l’intelligenza per sfuggire dalla marcatura atalantina. In almeno un paio di occasioni lo abbiamo visto eludere Zappacosta o Kolasinac con un tocco di prima, a spiazzare l’intera difesa atalantina. Dietro, seppur con qualche sbavatura di poco conto, ha fatto buona guardia su Zappacosta: è dalla fascia destra di Holm che sono arrivati i maggiori pericoli per la porta di Cragno. Da possibile partente com’era in estate, adesso Missori reclama più spazio, anche in virtù della penuria di terzini in cui versa il Sassuolo.