Con Milan-Sassuolo 1-0 va in archivio un 2023 con pochi chiari e molte ombre: l’anno solare era iniziato alla grande, con quel filotto di vittorie che avevano raddrizzato una stagione storta e contestata verso una salvezza tranquilla. Con un ritmo da Champions League, seppur per un range ristretto di partite. Fa specie pensare che l’ultima porta inviolata del Sassuolo risalga al 16 aprile scorso: Juve-Sassuolo 1-0, ventisei partite fa. L’ultima vittoria casalinga? Sempre contro la Vecchia Signora, più di due mesi fa. Una statistica incredibile che ha contribuito a caricare il prepartita di Milan-Sassuolo. “Questa è la volta buona che vinciamo, come l’anno scorso”: uno degli ultimi appigli del Sassuolo inteso come favola, che sta pian piano svanendo come diciamo in questo editoriale.
L’impresa non è arrivata. Il Milan torna a vincere a Siro contro il Sassuolo dopo quasi cinque anni, sempre per 1-0. Lo aveva anche ventilato Dionisi nella conferenza stampa della vigilia: non normalizzate questi risultati, non è detto che vinceremo, davanti abbiamo pur sempre il Milan. Già, che Milan avevamo davanti? Un Milan senz’altro distante dai fasti dello Scudetto, ma anche dagli anni in cui veniva scavalcato dal Sassuolo nella corsa all’Europa League. Un Milan modesto, che quasi giustifica i mormorii di un sempre esigente San Siro. Il Sassuolo non ha fatto una prestazione malvagia, soprattutto dalla metà campo in giù: su una delle poche giocate illuminanti della serata meneghina, ad opera di Bennacer, i neroverdi hanno subito gol. Uno solo, tanto basta a mandarci al tappeto per la decima volta in stagione.
Sorprende vedere le note positive in difesa (Toljan e Pedersen su tutti, Erlic finché ce l’ha fatta) e i flop in attacco, Bajrami e Laurientè in primis. Un centrocampo a fasi alterne, che sarà orfano di Boloca e Racic per ancora diverse settimane: con un mediano più offensivo come Thorstvedt, Henrique non ci ha deliziato con i suoi inserimenti e chiude un ottimo 2023 (lui sì) con sei gol all’attivo. Nonostante la nomea da centrocampista di fraseggio e nonostante gli infortuni, il brasiliano si è sbloccato a livello realizzativo proprio a San Siro contro i rossoneri. Il 2024 del Sassuolo dovrà ripartire da questi pochi capisaldi che sono rimasti: il 3 gennaio c’è già l’Atalanta per eguagliare il quarto di finale di due anni fa poi perso in casa della Juve. Per iniziare l’anno con il piede giusto e ritrovare il morale che manca ormai da troppo tempo.