26 novembre 2023. Risaliva a questa data l’ultimo successo del Sassuolo in trasferta, in casa dell’Empoli per 4-3, prima di cadere nel baratro che ha portato alla retrocessione.
A mettere la propria firma per ben due volte sul tabellino dei marcatori al Castellani il solito Berardi, con tanto di gol vittoria all’ultimo secondo. La rete dell’illusione per Dionisi e i suoi ragazzi, convinti e quasi “sollevati” nell’avere nel top player la propria ancora di salvezza. Ma l’infortunio di Mimmo, unito agli atavici problemi in fase difensiva e alla mancanza di leader fuori e dentro al campo senza il proprio giocatore simbolo, ha cambiato inaspettatamente le carte in tavola in assenza di un vero e proprio piano B.
E in B, intesa come categoria, il Sassuolo ci è finito quasi senza rendersi conto che sarebbe potuto accadere.
Ed ecco che 293 giorni dopo, sempre in terra toscana, a una cinquantina di chilometri di distanza da Empoli, a decidere il ritorno allo “scalpo” lontano dal Mapei Stadium è un altro attaccante, rimasto ai margini nella scorsa stagione, quel Samuele Mulattieri che si candida ad uno dei principali protagonisti della scalata verso la Serie A.
L’abbiamo scritto nel titolo delle nostre pagelle: quello visto all’Arena Garibaldi, stadio che “ospitava” la Carrarese, è stato un Sassuolo Mulattieri-dipendente.
Ma troppo facile sarebbe ridurre tutto al gol e all’assist per il 2-0 firmati dal numero 9. In effetti, tanto basterebbe per essere definito il man of the match, ma dietro alla prestazione del Mula e alla sua imprescindibilità nello scacchiere di Grosso c’è molto di più.
Proprio il mister neroverde che ha avuto a Frosinone la punta nativa di La Spezia conosce bene le sue qualità e lo ha schierato nuovamente da titolare dopo l’iniziale panchina nel match con la Cremonese. Già perché sarà un caso, ma nell’unica partita stagionale in cui Mulattieri non è partito dall’inizio il Sassuolo ha chiuso la prima frazione in svantaggio, salvo poi subentrare nei secondi 45′ senza riuscire a dare la scossa decisiva per evitare la prima sconfitta stagionale.
Mulattieri, un contributo a tutto tondo
In realtà, come si sa, nel calcio non c’è spazio per il caso e a molti addetti ai lavori non sarà certo passato inosservato, sin dalle amichevoli estive, come il piano partita del tecnico Campione del Mondo sia chiaro: pressing finalizzato al recupero della sfera vicino alla porta avversaria per poi colpire. Proprio come il numero 9 era riuscito a fare ad inizio ripresa contro la Carrarese, servendo un pallone solo da calciare verso la porta sguarnita a Laurienté, che ha inspiegabilmente perso l’attimo per concludere. E’ successa una cosa analoga anche nell’amichevole con il Monza, quando invece il francese era riuscito a gonfiare la rete.
Ma, come si sa, il Sassuolo è uno degli osservati speciali dalle squadre avversarie che hanno adottato la stessa tattica neroverde, pressando alto e cercando di schiacciare Romagna e compagni nella loro metà campo davanti a Moldovan, mettendo in pratica una massima non scritta nel calcio: la migliore difesa è l’attacco. Un piano partita, dicevamo, messo in atto sia dalla Cremonese che dalla Carrarese ma con esiti ben diversi. E la differenza l’ha fatta Mulattieri non solo in zona gol quanto nel gestire e “mettere in banca” gli spinosi palloni che gli arrivavano spalle alla porta.
Di fatto, il “playmaker” della squadra era lui, capace di far salire i suoi pulendo la manovra sui recuperi dei difensori e dei centrocampisti, sollevandoli dal compito di far partire l’azione, impegnati a dirigere il traffico dell’asfissiante pressing avversario.
Non ce ne vogliano Moro e Russo, che sono due realizzatori e più utili da subentranti nel secondo tempo, quando gli undici sul rettangolo verde si allungano e gli spazi per sorprendere alle spalle le difese avversarie aumentano. In quel caso, il Mula per duettare in ripartenza, come visto contro il Cesena, ha bisogno di una spalla offensiva. Il 3-5-2 come cambio in corso diventa in questo senso una soluzione praticabile, motivo per cui la società, a detta di Carnevali, avrebbe fatto un pensierino per Caputo, attualmente svincolato, per fornire a Grosso un parco attaccanti completo. Vero è che, però, come visto in neroverde ai tempi di De Zerbi, “Ciccio” è un autentico finalizzatore d’area di rigore più che abituato a fare da raccordo tra i reparti e il modulo a due punte, pur da adottare in certi tipi di partite, vista anche l’abbondanza di scelta al centro della difesa, lascerebbe ai margini l’innumerevole quantità di esterni offensivi a disposizione del mister degli emiliani.
Se poi al prezioso lavoro sporco, Mulattieri ha aggiunto la capacità, dopo aver flirtato con il gol nella prima frazione, di mantenere la lucidità nel finale per girarsi tra le maglie della difesa toscana e per trovare un diagonale all’angolino dove il portiere non poteva arrivare, siglando la rete del vantaggio, il proprio bomber, dentro e fuori l’area di rigore, il Sassuolo sembra averlo già in casa.
A certificarlo sono anche i numeri: con due marcature (più una in Coppa) e un passaggio chiave il numero 9 è il neroverde ad aver la più alta percentuale di partecipazione alle reti in campionato, ben al 57% secondo Transfermarkt, e tra i più schierati con ben 387′, recuperi esclusi, a fronte degli appena 443′ in tutta la scorsa annata con appena una gara dall’inizio, tra l’altro nell’ininfluente ultima giornata in casa della Lazio.
E chissà che dietro l’urlo liberatorio di Mulattieri dopo il gol contro la Carrarese non ci sia un senso di rivalsa in questo senso da parte di un giocatore che non ha avuto una reale chance di far vedere le proprie qualità nella passata stagione. Un bomber sì ma anche generoso, capace di servire un assist al bacio per Thorstvedt a fine partita per il definitivo 2-0, preferendo regalare una gioia al compagno a quella personale, non calciando da ottima posizione.
Un gesto che non può che far piacere agli allenatori e per questo elogiato da Grosso nel post partita da parte di un bomber gentile ma che ha dentro quella voglia di riscatto e di dimostrare quanto vale e far ricredere gli scettici. Un atteggiamento e uno spirito da cui i compagni dovrebbero prendere esempio.