Nell’edizione odierna del Corriere dello Sport, è presente una lunga intervista di Massimo Boccucci a Capitan Francesco Magnanelli: il centrocampista neroverde parla a tutto tondo, dalla famiglia alle origini della sua esperienza a Sassuolo, passando ovviamente dalla delicata situazione che il mondo sta vivendo per mano del Coronavirus:
“Mi sono adattato a questa situazione come un Puma fa nei differenti habitat naturali: spero che chi ne sa più di me risolva prima possibile questo problema che ha spiazzato tutti. Figli? Sofia e Vittorio sono straordinari, stupiscono sempre e reagiscono in modi che nessuno immagina. Con loro bisogna essere trasparenti parlandogli del Coronavirus, ci seguono con naturalezza. Permanenza a Sassuolo? Nel 2005 vivevo alla giornata e pensavo che sarebbe stata una follia restare per così tanto tempo. La voglia di crescere mi ha fatto rimanere, essere da 7 anni in Serie A è un traguardo che va oltre le promozioni. Ruolo del capitano? Mi sono imposto di non mollare mai e di continuare a crescere individualmente. Sono diventato un giocatore di Serie A in questo modo. Numero 4? L’ho scelto per casualità e l’ho ritrovato spesso nella mia vita, dal numero di case in cui ho abitato a quello della stanza dov’è nata mia figlia. Ormai ho la prelazione su questo numero.

Boccucci incalza poi il Magna sulla possibilità avute per svestire la casacca neroverde: “Cambiare aria? In Serie B era pervenuta qualche offerta e sembrava arrivato il momento di andare, ma ho scelto di rimanere in maniera ancora più decisa a Sassuolo. Torneremo più forti di prima o niente sarà come prima? Le due cose possono stare insieme: torneremo, ma in modo diverso da prima. Questo virus lascerà dolore e danni, ma stiamo capendo le cose importanti della vita e il rispetto. Ripresa del campionato? Le società ne stanno discutendo con il governo, non vorrei che si stesse frenando nella trattativa. Siamo un’azienda che crea molta ricchezza nel paese. C’è bisogno di ripartire, ma alle giuste condizioni: possiamo aspettare e tornare con protocolli chiari, pronti ad ogni evenienza e consapevoli che il rischio zero non esista.
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“Futuro personale? E’ da persone intelligenti guardarsi intorno. Se il fisico reggerà, continuerò a giocare anche dopo il 2021, anno di scadenza del mio contratto, ma dipenderà anche da allenatore e società. Dopo il ritiro, vorrei restare nel mondo del calcio, magari come allenatore, ma non voglio ruoli di facciata. Contatti con i compagni? Abbiamo una chat di squadra dove ci aggiorniamo. Molti ragazzi stranieri sono rimasti qui e vivono da soli, è importante fare gruppo in questo modo. De Zerbi? Non è nella chat, ci lascia tranquilli ma è vicino, ci chiama spesso. Ho fiducia nella sua permanenza, nonostante sia pronto per una big non credo voglia arrivarci prima possibile, vorrà avere potere decisionale e fare parte del progetto. A Sassuolo, il suo programma sta dando frutti ed ha ancora margini di miglioramento. Mercato in uscita? Non temo una rivoluzione, magari la situazione del virus ci aiuterà a trattenere giocatori come Berardi, Boga e Locatelli. Mimmo ha un grande senso di appartenenza, Jeremie e Manuel hanno grandi mezzi. Ci sono pochi giocatori così”.