Luciano Carlino è stato uno degli artefici dell’arrivo di Domenico Berardi al Sassuolo: fu lui a convincere Gianni Soli, allora responsabile del settore giovanile del Sassuolo, ad imbastire un provino per quello che allora era soltanto il fratello di Francesco, amico di calcetto, dove Mimmo venne notato per primo da Pasquale Di Lillo e alcuni compagni. Carlino è stato raggiunto telefonicamente da TuttoJuve per parlare del ritorno di fiamma della Juventus proprio per il numero 25 del Sassuolo: ecco le sue parole.
Sul contatto Juve-Sassuolo per Berardi: “Sarebbe la chiusura del cerchio, perché molti anni fa la società bianconera deteneva metà del suo cartellino e ci fu un avvicinamento molto concreto. All’epoca non era pronto per lasciare il Sassuolo, mentre adesso potrebbe aver voglia di provare una nuova sfida come la Juventus. Domenico è uno dei migliori nel suo ruolo in Italia, la sua efficacia consente di far giocare bene anche i propri compagni. Per la Juve c’è sia la necessità che l’interesse. A Torino potrebbe essere in grado di esprimere al meglio il suo potenziale”.
Sul primo rifiuto alla Juve: “Domenico non era troppo maturo dal punto di vista mentale, in quel momento era davvero troppo difficile gestire tutta quella pressione. Aveva tutto il mondo addosso. Oggi è diverso, è più grande dal punto di vista anagrafico e aver creato una famiglia lo ha responsabilizzato. Anche esser diventato campione d’Europa con la Nazionale ha avuto un suo peso, gli ha tolto un po’ di provincialismo che appartiene a chi gioca sempre nella stessa squadra di provincia. I tempi sono quelli giusti, per me si sente pronto per vivere una sfida del genere. Non credo subirà la pressione, per due motivi: c’è un allenatore come Allegri che lo stima tantissimo, e poi la Juve ha sempre protetto i suoi giocatori da quelli che sono i flussi esterni. Come dicevo, è pronto per vivere un’esperienza del genere”.
Sull’ipotetico tridente con Chiesa e Vlahovic: “Sarebbe un tridente non indifferente che mi piacerebbe allenare, con il giusto mix di gioventù ed esperienza. Per me andrebbe a nozze sia come assistman per Vlahovic, sia come finalizzatore: quest’anno in particolare è andato in doppia cifra sia a livello realizzativo e sia a livello di assistenze. Ci vorrebbe per far ritrovare quel ‘Made in Italy’ che un po’ si è smarrito, a me piacerebbe veder lì anche Raspadori ma sono di parte (sorride, ndr)”.
Sulla valutazione di 30/35 milioni: “E’ una valutazione onesta. Juve e Sassuolo potrebbero intavolare una trattativa in cui coinvolgere altri giocatori, d’altronde sono società che già in passato hanno chiuso diversi affari. Non sarà il prezzo il problema, anche se il club bianconero non è l’unico ad essere sulle sue tracce: più squadre hanno delle lacune in quella zona di campo”.
Sulla fede nerazzurra di Berardi: “Ormai credo abbia superato questa fase, il Domenico di oggi è un professionista a tutto tondo. L’esperienza con l’Italia un po’ allontana questa bandiera, alla fine il calciatore è tifoso per la squadra in cui gioca. Lui di certo non farebbe eccezione”.