Lazio-Sassuolo è terminata con un deludente 2-1: un risultato che a tanti parrà scontato, ma che mette in chiaro una serie di concetti. Innanzitutto, la formazione biancoceleste ha dimostrato di essere superiore. Fisicamente e tecnicamente. Non sono stati brillantissimi come nelle ultime uscite, ma hanno dimostrato di essere una grande squadra, pronta a combattere sul campo.
Ed è questo che manca al Sassuolo per fare il salto di qualità. Non che quella dell’Olimpico sia stata una brutta gara, anzi. Giocata a ritmi serrati, la serata romana dei neroverdi è forse stata più utile che divertente, anche se ha portato zero punti.
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Lazio-Sassuolo 2-1: si riparte dall’ottavo posto
Il Sassuolo è immaturo, ecco tutto. Ha giocatori che si conoscono e sanno cosa fare. Ma soffre tanto la fisicità degli avversari. Lo abbiamo visto contro l’Atalanta, lo abbiamo rivisto all’Olimpico. Le idee filosofiche di De Zerbi, in certi casi, portano alla sconfitta. Ma la sua volontà di andare avanti sempre e comunque sulla stessa linea è segno di una caparbietà che può farsi coraggio.
Il girone d’andata vede il Sassuolo all’ottavo posto insieme al Verona, in una posizione che è identica a quella finale della scorsa stagione. È da lì che bisognerà ripartire, è da lì che bisognerà risalire. E nel frattempo fare un paio di considerazioni.
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Lazio-Sassuolo 2-1: più solidi in difesa e un gradito ritorno in attacco
La difesa neroverde, al di là delle critiche, contro la Lazio è parsa ancora più solida del solito. Il forcing biancoceleste è stato più volte fermato da un reparto arretrato che ha visto spesso il passaggio ad una linea a cinque, con Muldur e Rogerio ad accentrarsi e Locatelli a fare da stopper. Marlon è sembrato in grado di poter fregare il posto a Chiriches.
E, soprattutto, Ciccio Caputo è tornato. Sarà lui l’uomo in più del girone di ritorno, in attesa che al suo fianco si rivedano anche il miglior Boga e un ritrovato Berardi.
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