Prima la vittoria al Mapei Stadium contro la Juve, poi la bolgia di San Siro: Inter-Sassuolo 1-2 riporta alla mente il meglio del meglio, ovvero l’aura di ammazzagrandi che nelle ultime stagioni ha sempre connotato la formazione neroverde. Perché sì, è vero che nelle prime due il Sassuolo è caduto contro Napoli e Atalanta, ma quando ha cominciato a girare è riuscito a far male a chi proprio non se lo aspettava. Quindi, forse, il Sassuolo ammazzagrandi non se n’era mai andato.
La partita di San Siro, tra l’altro, è stata approcciata piuttosto bene. Un gol evitabile a fine primo tempo, in altre epoche, avrebbe potuto indirizzare la partita nel senso opposto a come è finita. E invece no. Alla ripresa, gli uomini di Dionisi sono rientrati in campo con più gana di prima, andandosi a prendere la vittoria in maniera del tutto meritata (riguarda gli highlights).
Protagonista Domenico Berardi. Uomo assist, uomo gol, autore di una gara perfetta. Praticamente l’uomo del Sassuolo, l’anima del Sassuolo, il trascinatore del Sassuolo. Le parole per lui sono già finite da tempo, qui.
Ma non possiamo scordarci di Dionisi. Contro chi già gridava all’esonero e chi gufava una “serie B inevitabile“, il tecnico ha risposto coi fatti e coi risultati. Ha fatto funzionare il centrocampo a due, a dispetto di scettici ed esperti. Ha consegnato le chiavi ad Henrique, che già conosceva il suo gioco e la sua mentalità. Ha vinto la scommessa Boloca, rendendolo insostituibile a partire dal giorno 1. Ha dimostrato che anche Bajrami, quando gioca nel suo ruolo, riesce a impattare sulla gara in maniera diversa.
Però, prima di chiudere, una cosa dobbiamo dirla. Sì, il Sassuolo ammazzagrandi è tornato. Ma ora ci sono Monza e Lecce. Due partite toste, che richiedono una conferma. Perché fare i grandi con le grandi e i piccoli con le piccole non serve a nulla. Ora si chiede continuità.