A livello amministrativo, la Serie A sta vivendo uno dei momenti più complicati degli ultimi anni. Dopo le dimissioni di Dal Pino, l’edizione odierna de Il Fatto Quotidiano ha lanciato uno scoop che vede coinvolto DAZN, detentore dei diritti tv della Serie A per il triennio 2021/2024. Ma andiamo con ordine.
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Dopo un’istruttoria durata mesi, l’Agcom ha stabilito he i dati d’ascolto resi noti fino ad oggi, e forniti da Nielsen a DAZN, non sono quelli a cui bisogna fare riferimento. I dati cui rifarsi sono quelli di Auditel. In percentuale, la variazione complessiva dell’audience tra le due rilevazioni è pari a oltre il 50% del girone d’andata. Inoltre, Agcom sostiene che nelle ultime quattro giornate del girone d’andata lo scostamento tra i dati forniti da DAZN/Nielsen (non utilizzabili) e quelli di Auditel (autentici) ha toccato il 60%.
Conclude poi Il Fatto Quotidiano: “Il drammatico crollo di audience verificatosi nel passaggio dall’era-Sky all’era-DAZN, e che è costato la poltrona all’Ad di Tim Gubitosi, determina chiare e angosciose conseguenze: dalle più immediate, come la rivolta degli investitori pubblicitari (Upa) ai quali fino ad oggi sono stati forniti dati drogati del 50% e che hanno speso 100 per una resa di 50, alle più lontane anche se inevitabili, visto il deprezzamento del prodotto, come l’asta dei diritti che avverrà nella primavera 2024: se è vero che la stessa Tim sta già rinegoziando al ribasso l’intesa con DAZN (chiede uno sconto di 90 milioni l’anno per i 3 anni dell’accordo) e minaccia di passare armi e bagagli con Sky, pensare di rivendere i diritti alle già esigue cifre attuali è a dir poco folle”.