Oggi, 4 giugno 2022, Francesco Magnanelli è stato omaggiato nel suo luogo di origine e città dove ha cominciato il suo lungo percorso nel calcio, Città di Castello (PG), dopo l’addio all’attività da giocatore. Allo stadio Achille Bandinelli, a pochi metri dalla casa dove è nato e cresciuto, in un evento coordinato dai giornalisti Paolo Puletti e Massimo Boccucci, il Puma è stato omaggiato dai dirigenti di un tempo e attuali, dai tecnici e dall’allenatore dello Junior Castello Calcio. Presenti anche il sindaco Luca Secondi e l’assessore allo Sport, Riccardo Carlettti, in rappresentanza del comune che lo scorso anno incoronò il capitano del Sassuolo come testimonial della cultura e dell’arte.
“Qui c’è il mio cuore, la famiglia, gli amici, la mia gente – ha detto l’eterno capitano neroverde – è straordinario vedere e toccare con mano oggi, ma sempre, tanto affetto e considerazione nei miei confronti. Questa società è stata per me una seconda famiglia, una palestra di vita, l’università del calcio come la chiamavamo noi facendo sorridere il nostro grande allenatore, Dante Selvi, una persona eccezionale. Li sono cresciuto fra gioie e qualche difficoltà come tutti, superate grazie ai genitori e all’ambiente sano e amichevole. Ogni estate ci vediamo per la partitella insieme, abbiamo un gruppo su whatsapp dove ci sentiamo spesso”.
RESTA AGGIORNATO SUL CALCIOMERCATO DEL SASSUOLO
“Questa bellissima sorpresa mi dà la forza di proseguire con maggiore determinazione ed orgoglio verso nuovi obiettivi dopo l’addio alla carriera di calciatore. Spero di aver trasmesso nel corso degli anni un buon esempio ai giovani che proprio qui come me oltre trenta anni fa oggi muovono i primi passi con i sogni e le speranze che avevo io: ne sono sicuro come me allora anche loro oggi troveranno in questo impianto e stadio, maestri di vita e di sport all’insegna dei valori etici, morali, fair play, principi che vengono prima dei risultati. Qui c’e’ scritto ovunque. Grazie”.
Le parole del primo allenatore di Magnanelli
Dante Selvi, primo allenatore di Magnanelli, ha parlato del Puma da bambino: “Francesco aveva le idee chiare già da ragazzino, grande cuore e tanta voglia di arrivare in alto. Umile ma determinato, sempre rispettoso degli avversari e dei valori umani ed etici che stanno alla base dello sport. É ancora vivo nella mia mente la voglia di giocare in attacco da ‘punta’ per segnare gol, la sua passione. E quando più avanti ho deciso di spostarlo nel ruolo di centrocampista il suo iniziale disappunto si è poi però nel corso delle tappe successive trasformato in consapevolezza della bontà di quella scelta, che per lui, per le sue caratteristiche si è rivelata vincente”.

