Il tecnico dell’Under-18 Filippo Pensalfini, ha rilasciato un’intervista a La Giovane Italia, dicendo la sua sulla sua avventura in neroverde, sia da giocatore che da allenatore.
La sua storia parla per lui: “La scalata? Dico la verità: è stato incredibile. Sin dalla C2, Squinzi voleva fortemente arrivare in Serie A: voleva giocare il derby di Modena, affrontare Inter, Milan, Juve. Sapevamo di avere una società importante, con un bacino di pubblico piccolo ma che ci ha sempre sostenuto. Siamo riusciti a creare una grande alchimia tra club, squadra e staff e questa è stata la forza che ci ha sempre fatto giocare per vincere. Anche se non ho preso parte alla promozione in Serie A, perché ero già andato via, sapevo sarebbe successo e credo che l’avventura non sia ancora finita: quando abbiamo centrato l’Europa League è stato solo un primo passo, sono convinto che sul lungo periodo si voglia puntare ancora più in alto“.
Una nota sull’ambiente: “Quello di Sassuolo è un ambiente particolare, dove la squadra non vive troppe pressioni e in cui i giocatori riescono a dare il meglio. Vedendo da vicino la prima squadra, mi sono reso conto di come De Zerbi e lo staff con il loro lavoro abbiano creato qualcosa di fantastico, costruendo una compagine difficile da affrontare. La società è partita dal basso ed è arrivata dov’è arrivata guardando sempre avanti, dal settore giovanile fino alla prima squadra, ed è una peculiarità radicata a tutti i livelli. Il fatto poi di non avere molte pressioni aiuta i giovani a crescere più velocemente: qui sono arrivati perfetti sconosciuti che sono diventati in poco tempo dei campioni”.
Infine un riferimento alla sua esperienza in Under-18: “Sono soddisfatto del percorso fatto dai ragazzi in questa nuova categoria fino all’interruzione causa Covid-19. Il lavoro nell’Under 18 mira soprattutto a preparare i ragazzi per la Primavera garantendole un buon serbatoio. Il settore giovanile del Sassuolo sotto la guida di Palmieri è cresciuto tantissimo, costruendo squadre competitive in tutti i campionati nazionali e portando molti ragazzi nel calcio professionistico. Mi piacerebbe allenare una Primavera prima di provare il salto in una prima squadra. Farlo a Sassuolo, visto il trascorso che mi lega a questa squadra, sarebbe il massimo, perché società così in Italia non ce ne sono tante”.
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