L’inizio di stagione del suo Frosinone ha sorpreso tutti, anche quelli che nelle ultime stagione, per via di alcuni risultati deludenti, l’avevano additato di “finito”. Eusebio Di Francesco si sta prendendo una grossa rivincita e a Cronache di Spogliatoio ha raccontato i suoi ultimi anni: “In questo momento, ho una serenità addosso devastante. Il mio Frosinone sta andando bene, ma non sto facendo niente di diverso da quando il Sassuolo volava o la Sampdoria andava a picco. Certamente, ho imparato”. Poi continua: “Durante questa pausa di due anni, sono andato da uno psicologo. Ci ho portato anche il mio staff. . E posso dire che in questo periodo senza allenare, ho imparato ad avere pazienza. Soprattutto, che avere pazienza non significa stare seduti ad aspettare il proprio momento. Non è quella la pazienza. Per me, adesso, è saper aspettare lavorando in vista del momento. Prepararsi a quando accadrà. Questo è ciò che ho fatto in questi ultimi due anni”.
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Di Francesco, inoltre, ha parlato anche della stella neroverde Mimmo Berardi: “Sono una persona schiva, che sta scomoda in copertina. Spesso, questo modo di essere viene scambiato per debolezza. Ho visto questo processo anche con Mimmo Berardi, che per me è come un figlioccio. Mio figlio Federico, dice che Berardi è il mio quarto bambino dopo lui, Mattia e Luca. Mi hanno dato tre nipoti e adesso sta per arrivare il quarto. Me li sono goduti stando in famiglia”. Poi anche un paragone: “Come Berardi, in tanti mi hanno visto debole. Ciò che io posso dire di lui, è che è un grande lavoratore. Un professionista esemplare. Ho sentito parlare di lui come un problema per un allenatore: in realtà, è solo e soltanto una risorsa. Non ha vizi, pensa solo alla famiglia. È un ragazzo chiuso, ma se gli entri dentro ti dà l’anima. È un lavoratore. Come me. Ho questo carattere e mi verrebbe innaturale comportarmi diversamente. Sembro debole? Chissenefrega. Non mi interessa ostentare. Solo essere apprezzato nel contesto in cui lavoro“.