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La carriera di Eusebio Di Francesco è stata caratterizzata negli ultimi anni da più bassi che alti, con esperienze non felici come quelle con Cagliari e Sampdoria. Il tecnico abruzzese però si sta rilanciando a Frosinone, con cui ha già raccolto 12 punti: “Stiamo facendo veramente bene, dobbiamo ambire e migliorarci cercando di fare sempre più punti”, ha detto Di Francesco ai microfoni di SportMediaset. “Il primo obiettivo, visto l’organico, resta la salvezza: è la nostra Champions. Al Frosinone ho trovato il contesto e le persone giuste con cui lavorare: mi ritrovo tantissimo in questo ambiente perché mi ricorda il mio primo Sassuolo. Questa società ha le potenzialità per diventare un’isola felice”.
“I miei riferimenti? Da un punto di vista del gioco, il mio primo riferimento è stato Zeman. Dal punto di vista manageriale, Fabio Capello alla Roma. Da ciascuno dei miei mister ho sempre cercato di rubare qualcosa, anche qualcosa che non avrei voluto da calciatore. Tra gli allenatori attuali è facile dire Guardiola, poi mi piace De Zerbi. Mi piacciono le squadre che cercano di produrre gioco e fare la partita e credo che Roberto sia uno dei migliori interpreti di questa filosofia in questo momento”.
“Il caso scommesse? I calciatori coinvolti sono giovanissimi. Esprimersi in maniera netta è sbagliato: questi ragazzi hanno sbagliato, l’importante è rimediare e far capire loro che hanno commesso degli errori. In passato abbiamo assistito a situazioni più gravi con scommesse su partite truccate. Gli errori si pagano, perché così si cresce, ma bisogna anche far capire che c’è differenza tra cercare di modificare i risultati e avere la ludopatia, che è una malattia molto seria. Bisogna dare la giusta importanza a tutto, come sui social. A volte certe parole possono far male”.
