sabato , 21 Dicembre 2024
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foto: sassuolocalcio.it

Davide Frattesi a DAZN: “Tornare alla Roma è stato un tarlo. Sassuolo una grande famiglia”

Davide Frattesi ha rilasciato un’intervista a “Piedi X Terra” del giornalista Tommaso Turci di DAZN: ecco le sue dichiarazioni, trascritte integralmente. Potete trovare l’intervista video su dazn.com.

“La stagione sta andando bene, anche grazie a mister Dionisi perché a inizio anno volevo andare via. Abbiamo trovato la quadra e sta andando tutto per il verso giusto. Faccio interviste fin da piccolo, adesso un po’ di più. E’ perché le cose stanno andando bene? Sì, ma spero vadano ancora meglio. Affrontare squadre come Juve, Milan e Inter ti sembra una cosa troppo grande, quando arrivi da tre anni di Serie B. Riusciamo a non metterci pressione quando andiamo là, un po’ come fa la gente di venti anni: non ci pensa. Il Sassuolo è la piazza ideale per crescere perché non ci sono le pressioni dei grandi club, puoi sbagliare con più tranquillità. E’ come una grande famiglia qui, sei coccolato da tutti: questo da una parte va bene e dall’altra no, perché quando esci e incontri le pressioni vere è più difficile. Per iniziare un percorso in Serie A questa è la società perfetta. Guadagnarmi sul campo la Serie A? E’ vero, quello rimane forse il mio rimpianto più grande: non essere riuscito a fare una promozione. Con il Monza c’era un rapporto speciale, ad inizio anno la Serie A non la sentivo mia perché me la volevo prendere con il Monza”.

“Quando siamo soli a casa con Gianluca (Scamacca, ndr), mangiamo solo pasta al pesto: col sugo si sporca, la pasta in bianco è un po’ triste e così il pesto diventa la scelta numero uno. Abbiamo una pila di barattoli assurda, almeno 3 cene su 5 sono pasta al pesto. Al mister non gliel’ho detto, ma è pasta e penso vada bene (ride, ndr). Scamacca? Sempre nella stessa direzione, oppure lo inseguo. Siamo arrivati alla Lazio insieme, poi lui è andato alla Roma e poco dopo anche io. In seguito è andato al PSV, poi al Sassuolo: io l’ho raggiunto qui. Gli ho detto di andare in un top club, così lo seguo pure là (ride, ndr). Siamo molto simili, abbiamo lo stesso tipo di carattere: gli opposti si attraggono esiste solo in amore ma non in amicizia, penso di non aver mai litigato con lui in 15 anni. Scambio di maglia con Marchisio? Claudio è uno dei miei idoli calcistici, una grande persona. Era una delle prime volte che andavo in panchina in prima squadra. Gli ho chiesto la maglia perché mia nonna era completamente impazzita per lui, secondo lei ci assomigliamo. Anche lui ha chiesto la mia: ci sono rimasto, perché non è un gesto scontato”.

Scamacca Frattesi Sportweek
Frattesi e Scamacca, Foto: laziochannel.it

Mi scrivono più fantallenatori che ragazze: il rapporto è di 100 a 1. Non è un problema, ma anche qualche messaggio dalle ragazze mi farebbe piacere riceverlo: basta che anche loro non mi chiedano i bonus, altrimenti devo chiudere l’account. Una volta un ragazzo mi ha chiesto una tripletta, io gli ho detto che solo in undici contro zero ce la possiamo fare. De Rossi? Era uno dei pochissimi che, quando sbagliavi, non ti massacrava: lui aveva sempre una parola di conforto anche per i giovani. Con qualsiasi persona parli, ti dirà che Daniele è Daniele. Tornare alla Roma? E’ stato un tarlo: volevo tornare a tutti i costi. Poi ci sono rimasto un po’ male che non si sia concretizzata, ma nel calcio ci sono talmente tante variabili che non puoi sapere realmente perché non l’abbiano fatto”.

“Sono uno che riguarda le proprie partite: c’è sempre qualcosa da imparare, è fondamentale rivedere i propri errori. La cosa che mi dà più fastidio? Quando ricevo palla dalla difesa e la passo di prima anziché girarmi se sono da solo. Anche il mister me lo dice. Barella? E’ il top in Serie A nel suo ruolo: potrebbe fare ancora più gol, ma ha fatto tanti assist, ha intensità e qualità. E’ nettamente il più forte in Italia, gli ruberei proprio l’intensità e gli assist, che io ho meno. Quando io sto meno in forma, al 70′ mi vengono i crampi: ancora non mi so gestire. Champions o Mondiale? Il Mondiale, senza dubbio. Giocare per la propria nazione non ha prezzo. Tra 15/20 anni vorrei fare l’allenatore, uno di quelli che si fa sentire: magari nel frattempo mi calmo un po’. Non sono fidanzato, ma qui non possiamo vedere donne: è un fioretto che abbiamo io e Gianluca, dobbiamo rimanere concentrati”.

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Riguardo Gabriele Boscagli

Deluso dalle big fin dalla giovanissima età, si è affezionato al Sassuolo e non lo ha più lasciato. In redazione è il pilastro del settore giovanile.

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