Con oltre 500 presenze tra i professionisti, di cui più di 300 in Serie A, Stefano Morrone ha speso la propria vita per il calcio. Morrone conosce bene la realtà di Sassuolo: è stato l’allenatore cosentino a portare il primo scudetto giovanile in casa Sassuolo con la Berretti della stagione 2017/18, un successo bissato neanche un mese fa dalla Primavera di Bigica. Ma Morrone conosce bene anche Fabio Grosso, neo allenatore del Sassuolo, del quale è stato vice a Brescia, Sion e Frosinone. Nell’ultima stagione le strade di Grosso e Morrone si sono separate: mentre il primo ha accettato le avances del Lione, il tecnico ex Sassuolo ha accettato di entrare nello staff di Cristiano Lucarelli alla Ternana. Abbiamo intervistato in esclusiva Stefano Morrone.
La prima domanda non poteva che riguardare il matrimonio Grosso-Sassuolo: “Quella di Grosso è sicuramente la scelta più giusta da parte del Sassuolo. Fabio è un allenatore in gamba, molto bravo. A Sassuolo ho lavorato due anni, conosco tante persone e so come si lavora lì: posso dire che Sassuolo è il posto giusto al momento giusto per Fabio. Se il Sassuolo può puntare subito al ritorno in A? Ha una rosa importante, con alcuni ragazzi già avuti dal mister come Boloca e Mulattieri: non so cosa succederà durante il mercato, ma sono sicuramente dei giocatori di livello e che possono tranquillamente stare in Serie A. L’allenatore è forte e questo campionato lo ha già vinto: sa quello che vuole, quello che dice in campo arriva. I presupposti per far bene ci sono tutti, poi tra vincere e non vincere c’è sempre un filo sottile: ma il Sassuolo può fare benissimo”.
Grosso è stato contattato anche a gennaio scorso per un possibile subentro a campionato in corso, come rivelato da Carnevali a margine della conferenza stampa di presentazione di Palmieri. Il Sassuolo virerà poi su Ballardini e chiuderà la stagione con una cocente retrocessione: abbiamo chiesto a Morrone un pensiero da esterno su questa inaspettata debacle: “Da fuori è difficile giudicare: le cose vanno vissute da dentro. Adesso i campionati sono molto livellati: qualche anno fa alcune squadre si staccavano e retrocedevano prima. Può capitare l’annata storta, dove non girano alcune cose e dove ci si mette anche qualche infortunio pesante, come quello di Berardi. Dopo tanti anni in Serie A, può capitare”. E a proposito di Berardi, con cui condivide le origini cosentine, Morrone dice la propria: “Mi viene in mente la retrocessione della Juve, quando tanti campioni rimasero. Poi le situazioni vanno vissute, dipende molto anche da che voglia hai di fare la Serie B. Sono tutte sue sensazioni, deve capire cosa fare per esprimere il suo potenziale: da ex calciatore, fare una cosa controvoglia non ha senso. Penso che Sassuolo sia casa sua per lui, questo è indubbio”.
Nel calcio non c’è solo il lato tecnico: a fare la differenza sono anche i rapporti umani che si formano in gruppo. Lo sanno bene Turati e Morrone, rimasti legatissimi anche a distanza di anni: “Stefano è come un figlio per me. Dopo averlo trovato nella Berretti del Sassuolo, l’ho seguito in ogni suo passo e non ci siamo più staccati: a Frosinone il legame è stato ancora più forte”. Turati è ancora di proprietà del Sassuolo e da anni si parla di un ritorno alla base: “Stefano è un ambizioso, com’è giusto che sia: questo non vuol dire che rimanere al Sassuolo in Serie B sia un passo indietro. Come per Berardi, dipende da quanto ti senti bene e importante in un posto e quanto senti di poter dare. La categoria conta fino ad un certo punto. Conosco il ragazzo: Stefano prende a cuore le proprie cose, Frosinone è diventata casa sua. Secondo me sceglierà anche in base al suo cuore“.
Il punto più alto dell’esperienza di Morrone a Sassuolo è stato senza dubbio lo Scudetto Berretti conquistato a giugno 2018, a cui ha fatto seguito la Supercoppa Berretti vinta ai danni della Feralpisalò: “E’ stata una cavalcata straordinaria, tanti di quei ragazzi giocano in Serie A e B. Ma a prescindere dalla carriera, i valori umani di quel gruppo erano altissimi: non ci si trova in A e in B senza doti umane. Lo sottolineo sempre anche a distanza di anni: abbiamo ancora una chat dove continuiamo a sentirci e stimolarci. E sul settore giovanile del Sassuolo dico che ha svolto un percorso meraviglioso: le vittorie lo certificano, ma con grande sacrificio e fatica il Sassuolo ha fatto delle annate strepitose, come quella che ha portato alla vittoria dello Scudetto Primavera. Un plauso va al Direttore Palmieri, veramente bravo: ha sudato per avere questa chance e se l’è meritata”.
In quella Berretti che vinse lo Scudetto non c’erano soltanto Turati, Raspadori o Aurelio, ma anche un certo Andrea Ghion. Del quale già allora si intravedevano le grandissime potenzialità, e che oggi potrebbe tornare alla base dopo quattro anni in prestito. “Prima dell’infortunio ha fatto benissimo: è un giocatore meraviglioso ed un ragazzo in gamba. Spero che torni a Sassuolo perché il giocatore visto a Catanzaro è davvero fantastico. Nel calcio però può succedere di tutto: nelle scelte di carriera non puoi mai sapere prima. Come detto prima, dipende da come ti senti e da come ti fanno sentire: che possa essere un giocatore importante direi che non ci sono dubbi”.
L’anno successivo, Morrone è stato promosso in Primavera ed ha avuto la possibilità di allenare molti dei ragazzi già avuti in Berretti. Il percorso è stato ben più tortuoso ed ha portato all’esonero a febbraio: la stagione verrà conclusa da Turrini, promosso dall’Under 17, che riuscirà nell’impresa della salvezza: “Ha fatto parte di un mio percorso di crescita che andava completato: c’è stata qualche incomprensione, ma va bene così. L’esperienza di Sassuolo è stata assolutamente formativa: mi ha fatto capire cosa potessi dare in quel momento e quale fosse il mio ruolo. Fare l’allenatore in seconda è stato determinante, così come lo è stato quel biennio in neroverde”.
Sul proprio futuro, Morrone non si sbilancia: quella con la Primavera del Sassuolo è stata di fatto la sua ultima esperienza da primo allenatore. “Ho ancora un contratto con la Ternana, poi vedremo il da farsi: qualche possibile soluzione c’è“.
Si ringraziano Stefano Morrone e l’ufficio stampa della Ternana, nella persona di Lorenzo Modestino, per la disponibilità dimostrata per realizzare questa intervista.