L’addio di Gian Marco Ferrari potrebbe consegnare ufficialmente i gradi di capitano da Andrea Consigli, giunto alla sua undicesima stagione in maglia neroverde. Il portiere del Sassuolo è stato protagonista del format Inside Ritiri prodotto da Dazn, dove ha tracciato gli obiettivi stagionali: “Bisogna salvarci. Pare scontato riuscire ad essere competitivi ogni anno con ragazzi nuovi, giovani, che non conoscono bene il campionato, ma non è così. Sassuolo è una piazza particolare, dove per i giovani è molto più semplice poter emergere. C’è più pazienza, ma ci vogliono anche delle figure nello spogliatoio che facciano sentire una pressione che magari l’ambiente non ti dà“.
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Il ruolo del portiere: “Lo valuto in una maniera diversa. Si danno per scontate tantissime cose nella gestione, quando invece se mancano si sentono. Oltre ai clean sheet, mi prendo altro in gestione: aiutare la difesa, giocare con i piedi, l’essere partecipe ed essere sempre una valvola di sfogo con i piedi o un aiuto per i compagni. Più che i clean sheet, su di me guardo quello”.
I cambiamenti del ruolo: “Con il tempo, con la palla si fa più parte in gioco. Si prepara un po’ di più il giocare con i piedi, il creare la superiorità con il portiere. Ci sono cose difficili, anche di coraggio. Certe posizioni, uscite e situazioni che non vengono nemmeno giudicate: è normale amministrazione. Secondo me c’è molta ignoranza sul ruolo del portiere, ti senti solo anche in quello perché in pochi capiscono veramente quello che provi”.
I sogni da bambino: “Li ho realizzati tutti con il calcio. Sognavo di giocare a San Siro e in Serie A, ma anche contro Buffon che era il mio idolo. Sognavo di andare in Nazionale, sognavo le Coppe e ho giocato l’Europa League. Sono a 475 partite giocate, ora voglio arrivare a 500. Spesso si pensa solo ai grandi nomi, ma stare sul pezzo con tanti allenatori diversi e con epoche calcistiche diverse arrivando a 500 partite è un motivo d’orgoglio”.
Il consiglio: “Avevo diciassette anni, ero al primo ritiro con la prima squadra dell’Atalanta. Il capitano di allora, Antonio Bernardini, mi disse di godermi ogni momento perché vola. E lui aveva più o meno la mia età. E’ la stessa frase che dico io adesso ai ragazzi: in un batter d’occhio, vivendo settimana per settimana, partita per partita, stagione per stagione, vola”.