mercoledì , 12 Marzo 2025
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FLORENCE, ITALY - DECEMBER 16: Andrea Consigli of US Sassuolo gestures during the Serie A match between ACF Fiorentina and US Sassuolo at Stadio Artemio Franchi on December 16, 2020 in Florence, Italy. (Photo by Gabriele Maltinti/Getty Images)

Andrea Consigli alla Gazzetta: “Per sperare nell’Europa servono 9-10 punti”

Andrea Consigli è uno dei giocatori più in forma della stagione 2020/2021 del Sassuolo: nell’ultima giornata, Superman ha parato un rigore a Luis Muriel permettendo al Sassuolo di portare a casa l’1-1 contro l’Atalanta. La Gazzetta dello Sport ha intervistato Consigli, dichiarazioni riportate nell’edizione cartacea odierna del giornale milanese: queste le parole del portiere neroverde: “Tra parare un rigore e fare un lancio decisivo come quello di Ederson in Champions League scelgo la prima: il lancio di Ederson è bellissimo ma ci sono giocatori lì davanti che lo valorizzano, mentre parare un rigore dipende solo da te. Numero di rigori parati? Secondo me sono 20, anche se i numeri sono discordanti. Opta e Transfermarkt ne segnano 19: i primi non mi riconoscono un rigore parato ad Inglese in un Chievo-Sassuolo, i secondi non mi accreditano un penalty battuto da Maxi Moralez contro l’Atalanta. In totale contro di me 22 rigori sbagliati: Cossu e Belotti li hanno calciati fuori. Mi ricordo tutti i rigori, anche quelli in cui ho preso gol”.

Sul ruolo del portiere: “Sono cresciuto con l’idea che il portiere debba parare, e ci allenavamo per quello: il gioco di piede era solo per i rinvii. Già con Di Francesco, che pure giocava un calcio diverso, il portiere doveva cercare il passaggio e la palla morbida per terzini e mezzali. Con De Zerbi sono diventato un giocatore di movimento”.

Su De Zerbi: “Di certo il suo arrivo non è una cosa che ho subìto. Sono un ragazzo a cui piace sperimentare: all’inizio, certi smarcamenti e coperture degli spazi mi sembravano cose strane. Effettivamente dopo ci entri dentro, ti ci vedi sempre di più, devi capire il gioco e dopodiché viene tutto più naturale. E questo è successo non solo a me ma anche a Pegolo, che è più vecchio di me”.

foto: sassuolocalcio.it

Sui gol nella costruzione dal basso: “Sinceramente in tre anni mi ricordo al massimo tre o quattro gol subiti così: uno con il Bologna perché a Magnanelli rimase la palla sul piatto, forse un altro di Chiriches con l’Inter ma mai una cosa diretta. A Sassuolo non ci è mai capitato un gol come quello preso dalla Juve con il Porto in Champions, invece mi ricordo tantissime azioni partite costruendo dal basso. Certamente molte squadre costruiscono male e prendono gol, ma noi abbiamo De Zerbi che ci dà un metodo, un concetto, non abbiamo giocate codificate, altri invece sì e quando l’avversario li studia bene li può disinnescare”.

Sulle parate: “Con la palla sono il primo attaccante, senza sono l’ultimo difensore. Con De Zerbi siamo una squadra votata all’attacco, ma siamo migliorati molto anche in fase di non possesso. Se quest’anno sto facendo bene è anche per merito della difesa, che copre molto meglio. E di parate importanti ne sono arrivate lo stesso tante: col Benevento all’andata e al ritorno, su Ribery alla partita dopo”.

Sul record dei 61 punti: “Se vogliamo andare in Europa credo che dobbiamo fare altri 9-10 punti: possiamo giocarcela con tutti, stiamo bene. Abbiamo superato lo scoglio Atalanta, una partita che sentivamo molto: è stata una prova superata senza snaturarci e credo che questo debba darci sicurezza. Ora ci mancano Genoa, Juventus, Parma e Lazio: sarà dura con tutti ma ce la giochiamo”.

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Riguardo Gabriele Boscagli

Deluso dalle big fin dalla giovanissima età, si è affezionato al Sassuolo e non lo ha più lasciato. In redazione è il pilastro del settore giovanile.

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