Dopo l’addio di Paolo Bianco alla guida dei Berretti del Sassuolo, la società neroverde ha scelto come successore Stefano Morrone. Non ha bisogno di presentazioni mister Morrone: ex giocatore di ruolo centrocampista ha collezionato 514 presenze tra i professionisti, 301 in Serie A, in carriera ha vestito le maglie di Empoli, Piacenza, Venezia, Chievo, Palermo e Livorno. Smessa la carriera da calciatore, Morrone decide di frequentare il corso di allenatore a Coverciano e consegue il patentino da allenatore e nell’estate del 2015 diventa l’allenatore della formazione Berretti del Parma.

L’amore per questo sport non ha mai abbandonato Stefano che fin da giovane giocatore osservava con ammirazione il ruolo dell’allenatore: “Sono sempre stato affascinato dalla figura dell’allenatore. Sino da quando ho esordito in Serie A a 19 anni. L’idea di poter mettere in difficoltà le squadre avversarie, le strategie, preparare la settimana, questo mi è sempre piaciuto. In questi due anni sono cresciuto come allenatore. Siamo partiti da un Parma ridotto in macerie dopo il fallimento e siamo arrivati in Serie B. Giorno dopo giorno siamo cresciuti e migliorati insieme” – ha dichiarato Morrone a CanaleSassuolo.it.
Abbiamo avuto il piacere di fare una lunga chiacchierata con mister Morrone, che dopo due stagioni passate al Parma, ha scelto Sassuolo come nuova destinazione: “Ho deciso di cambiare perché ci sono state un paio di situazioni che non mi vedevano più coinvolto in quello che era il mio percorso. Mi è stato proposto di allenare gli Allievi Nazionali, ma non percepivo più la possibilità di poter continuare a crescere e migliorare in un ambiente nel quale non mi sentivo più me stesso. Avevo voglia di misurarmi con un nuovo contesto per poter continuare a crescere. Quando c’è stata la possibilità di venire a Sassuolo l’ho colta al volo. A Parma ho comunque vissuto due anni meravigliosi che mi hanno dato la possibilità d’iniziare un nuovo percorso. Sono legato alla città e al club, ma nel calcio le cose cambiano e bisogna fare delle scelte. Quando ho deciso di lasciare, avevo pensato di fermarmi per partecipare al Master, poi c’è stata la chiamata del Sassuolo e non ho potuto rifiutare. In neroverde ho ritrovato la stima morale e professionale di cui avevo bisogno per continuare a fare questo lavoro”.
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Mister Morrone si prepara è pronto per la sua nuova avventura sulla panchina neroverde che inizierà ufficialmente il 7 Agosto, quando la sua nuova squadra si radunerà ai suoi ordini. Con quale spirito affronterà questa nuova sfida?: “Sono partito due giorni fa con la Primavera. Palmieri mi ha chiesto di iniziare a conoscere quello che è il mondo Sassuolo. Lunedì parto con i miei ragazzi. Sono molto motivato e ho voglia di iniziare. Quando fai questo lavoro devi essere capace di dare tutto te stesso, ogni giorno. I ragazzi richiedono tantissimo. Loro vanno stimolati, e sono cambiati rispetto a 15/20 anni fa, quando ho iniziato. L’allenatore moderno deve essere pronto sotto ogni punto di vista”.
Vi siete dati qualche obbiettivo?: “L’obbiettivo è quello di far crescere i giovani per portarli in prima squadra attraverso un lavoro quotidiano. Ma l’obbiettivo principale deve essere quello di portare in Primavera i nostri ragazzi preparandoli nel miglior modo possibile. In questa categoria, a questi livelli, i ragazzi devono essere ambiziosi e devono avere voglia di fare i calciatori. A questo ci si arriva confrontandosi sul campo”.
Nella lunga carriera da calciatore, Morrone ha incontrato diversi allenatori, gli abbiamo chiesto a quale tecnico si ispirasse: “Da tutti si prende un po’, perché tutti sono diversi con pregi e difetti. Alcuni sono più bravi sul campo, altri nei modelli gestionali. Un nome direi quello di Guidolin. È stato il mister che mi ha dato di più anche perché lo ho conosciuto per più tempo. Era molto meticoloso, preciso e organizzato. Non lasciava nulla al caso. Aveva la qualità di riuscire a tirare fuori il meglio da ogni giocatore”.
Sassuolo potrebbe dare l’idea di un club con poche pressioni, ma da anni la mission della società è quella di puntare su giovani calciatori, magari valorizzandoli da proprio vivaio. Allenare una categoria come i Berretti neroverdi è una responsabilità importante per un allenatore? “Assolutamente sì. Vedendolo da fuori Sassuolo è un mondo straordinario. Si dice che sia una delle società più importanti d’Italia, sotto tutti i punti di vista. Non potevo trovare soluzione migliore. Qua c’è un progetto e un percorso. Ci sono tanti obbiettivi da raggiungere. Dai ragazzi a chi lavora in sede Sassuolo ricorda una catena di montaggio. Ognuno sa cosa fare. C’è un altissimo livello di professionalità. non vedo l’ora di cominciare“.
A mister Stefano Morrone un in bocca al lupo per la stagione che sta per cominciare da parte di tutta le redazione di CanaleSassuolo.it
*** E’ POSSIBILE RIPRODURRE QUESTA INTERVISTA CITANDO LA FONTE www.canalesassuolo.it***